Un modello virtuoso e replicabile

di Eleonora Gerbotto, direttore Fondazione per l’architettura / Torino

La Fondazione per l’architettura / Torino e l’Ordine Architetti Torino hanno promosso fin dal 2011 l’organizzazione annuale di un festival dell’architettura (Architettura in Città) con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare i cittadini sui temi della città, dello spazio pubblico, della qualità del progetto. Caratteristiche delle sette edizioni di questi festival erano l’inclusione, la cross-disciplinarietà e la diffusione delle attività sul territorio metropolitano. Nel 2019 la Fondazione, confermando l’intenzione di realizzare una manifestazione inclusiva e diffusa, decide di rinnovare il format del festival e promuove una call pubblica per selezionare il curatore-architetto dell’edizione 2020. Tra le 68 candidature pervenute, la commissione giudicatrice sceglie Bottom Up! Quando la città si trasforma dal basso, la proposta di Maurizio Cilli e Stefano Mirti.

Bottom Up! propone un processo sperimentale di coinvolgimento dei cittadini in azioni di trasformazione urbana. Attraverso la pubblicazione di un bando, aperto alla partecipazione di gruppi di cittadini, scuole, artisti e collettivi, comitati e associazioni, imprese, progettisti, il festival seleziona nuove e concrete possibilità di trasformazione del territorio di Torino, le promuove, le avvia a un percorso di finanziamento e le accompagna verso la realizzazione. Ogni gruppo partecipante candida un luogo, la proposta di intervento, il budget. Alle proposte più interessanti e alle reti più qualificate viene offerta la partecipazione a un percorso formativo, per attivare una campagna di comunicazione che, supportata dal festival, diventa un’azione di crowdfunding volta a reperire i fondi necessari alla trasformazione. Nell’idea originale dei due curatori, il processo di crowdfunding avrebbe dovuto trasformarsi nel festival, la cassa di risonanza per le proposte di trasformazione, aiutando le diverse campagne di finanziamento a raggiungere l’obiettivo economico.

La pandemia ha naturalmente modificato il programma, ma non ha ridotto gli obiettivi ambiziosi che hanno portato alla nascita di un modello concreto, replicabile ed esportabile, per l’avvio di un processo virtuoso che speriamo coinvolga tante altre città italiane e, perché no, diventi applicabile anche all’estero.

10 Marzo